Quante volte ci siamo trovati a non sapere quale direzione prendere?
Molto spesso ci troviamo di fronte a dovere decidere su un qualcosa di importante che riguarda sia la sfera personale che la nostra attività professionale.
Veniamo colti da infiniti dubbi:
- Cosa faccio?
- Cosa succede se…
- Aspetto un attimo e vediamo…
- Ho sempre fatto così, perchè adesso devo…
In altre parole siamo ad un bivio, lasciare che il “destino” ci pensi, o tocca a noi agire?
Fin qui, sembrerebbe non esserci nulla di nuovo, ma mi viene in mente in questo momento una bellissima citazione del nostro Albert Einstain:
Non possiamo risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato.
Cosa voleva dirci? Semplicemente voleva abituarci a staccarci per un attimo da noi stessi, dalle nostre convinzioni, dai nostri preconcetti, dal nostro modo abituale di guardare la realtà e vederci da un’altra prospettiva.
In poche parole allontanarci un attimo dal come siamo ed entrare in un’altra persona che ci guarda e ascolta.
E’ bello tutto questo ed è anche facile dirlo. Ma come faccio io ad alzare la mia visione, come fa un drone, e vedermi da un’altra angolazione?
Come faccio a salire virtualmente insieme al drone e vedermi?
Vedrei insieme con lui la strada giusta e la giusta decisione da prendere, scoprirei dall’alto la strada migliore. Se sono in alto so dove va e posso orientarmi.
Non è facile. Ci vuole molto allenamento. Provate ad immaginare un amico che vi suggerisce di prendere una decisione contraria alla vostra più ferrea convinzione.
Al di là delle caratteristiche personali, più o meno inclini al confronto, provate a pensare che la strada giusta sia proprio quella che voi non prendereste mai per nessun motivo.
Cosa fare?
Nel prossimo articolo cercheremo di mettere a fuoco alcuni passaggi che possono aiutarci nelle nostre continue sollecitazioni a determinare quale sia la strada giusta per la nostra azienda quando ci troviamo di fronte ad un problema.
Solitamente cerchiamo di decidere quando il problema si presenta a noi evidente. Il più delle volte siamo portati a rispondere o decidere più o meno con immediatezza. Prima lo affronto, e prima ho un problema in meno.
Ma quel momento è il meno ideale. Perché?
Perché quel momento arriva quando siamo sempre immersi nella nostra quotidianità e non riusciamo a liberare la mente dai nostri numerosi preconcetti che pilotano la nostra mente logica.
La risposta che diamo al problema è sempre condizionata dal contesto nel quale si è creata.
Ma è la risposta giusta, la direzione corretta da intraprendere?
Come faccio a crearle il contesto ideale per focalizzare le mie migliori energie sulla soluzione?
Non c’è altro modo che non affrontarla in quel momento.
Trovare uno spazio temporale fuori dal mio contesto quotidiano e provare a darmi delle risposte.
Devo saper entrare in una bolla, se volessimo immaginarla, come una schermatura virtuale dove immaginarci con la decisione da prendere e provare ad elencare alcune proposte di soluzione.